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キッズ 子供服【L/10Y(140cm)】 MARCELO BURLON KIDS OF MILAN

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キッズ 子供服【L/10Y(140cm)】 MARCELO BURLON KIDS OF MILAN
Dott.ssaSociologa
Lina Vitagliano
Psicoterapeuta sistemico-relazionale
Dott. Alessandro
De
Gennaro
Psicologo clinico
Psicoterapeuta
oi abbiamo non una ma molte persona
o
n
i
b
m
a
B
o
t
l
u
d
A
o
t
i
en
G
re
Le personalità di bambino, adulto e
genitore hanno esigenze ed espressioni
peculiari e diverse come emerge dal
modello descritto.
Le molte personalità:
l’evoluzione psicologica naturale
•
Premessa fondamentale:
I tre modelli comportamentali naturali- bambino, adulto, genitoresono registrati nella nostra memoria sin dall’infanzia, in quanto in quel
periodo vengono memorizzati i diversi comportamenti osserviamo in
quanti ci circondano.
In alcuni casi il processo di sviluppo di una o più personalità non segue
l’età anagrafica dell’individuo, pertanto si incorre nel rischio che una
personalità si sia sviluppata parzialmente o per niente in discrepanza
con l’età cronologica del soggetto.
La personalità del bambino
Aspetti negativi
di questa personalità
Il bambino…
•
•
È incapace di dominare l’ambiente
È incapace di sopportare le frustrazioni
•
Non ha sicurezza in se stesso
•
Dipende sempre da qualcun altro
•
Pretende una dedizione esclusiva
•
Vive di paure
•
Non accetta la realtà
Aspetti positivi
di questa personalità
Il bambino…
•
•
•
•
È capace di sottomettersi
È capace di chiedere scusa
È capace di chiedere perdono
È capace di chiedere aiuto
•
Sa giocare
La personalità dell’adulto
Aspetti negativi
Aspetti positivi
di questa personalità di questa personalità
•
L’adulto…
•
Domina il suo ambiente
•
È libero
•
Ha sicurezza in se stesso
•
Sopporta il disagio
•
Non dipende da nessuno
•
Non ha paure immaginarie
•
Accetta la realtà così com’è
Non è interessato al possesso ma
all’uso
•
È capace di amicizia
•
L’adulto…
Non è capace di sottomissione
•
Non sa giocare
•
Non si dedica agli altri
•
Pensa solo a se stesso
LA GENITORIALITA’ è: uno «stadio evolutivo naturale»
non per forza correlato alla nascita dei figli
la genitorialità, questa "funzione autonoma e processuale dell'essere umano" rappresenta il momento evolutivo
più maturo della dinamica affettiva in cui convergono tutte le esperienze della storia del singolo e trascende
l’essere effettivamente genitori.
Ovviamente, l'evento reale della nascita di un figlio, attiva in un modo particolare e molto intenso questo spazio
mentale e relazionale, rimettendo in circolo una serie di pensieri e fantasie legati in particolare al proprio essere
stati figli, alle modalità relazionali ritenute più idonee, ai modelli comportamentali da avere.
Erikson afferma che la genitorialità rappresenta:
"La forza acquisita a ciascun stadio e si rivela
nell'esigenza di trascenderlo e di rischiare
nel successivo quelli che nel precedente costituivano gli
elementi più vulnerabili e preziosi"
La personalità del Genitore
Aspetti negativi
di questa personalità
Aspetti positivi
di questa personalità
Il genitore non ha aspetti negativi,
‘la personalità genitoriale
se non quello, negativo dal solo punto di vista del
costituisce l’apice
bambino, di non dedicarsi a lui soltanto ma a tutti.
dell’evoluzione psicologica naturale’
Il vero genitore è colui che è esercita
‘il genitore non ha più paura degli altri
perché è capace di dedicarsi agli altri’
‘il genitore è l’unico capace di amore:
Per cui sa stimare, sa accettare, sa essere
compassionevole
‘l’amore è per il genitore fonte di piacere’
la funzione genitoriale.
LA PERSONALITA’
GENITORIALE
La personalità genitoriale
strutturata
La nevrosi
genitoriale
La personalità genitorial
non-strutturata
La personalità genitoriale strutturata
La condizione preliminare dello sviluppo della personalità genitoriale è: l’amore per gli altri
Il processo di strutturazione comprende varie fasi:
Ø
l’assunzione di un modello;
Ø
la memorizzazione di una sua immagine;
Ø
la sua imitazione;
Ø
la sua radicalizzazione;
Ø
la sua identificazione.
Il risultato e la prova
della strutturazione della personalità genitoriale
è il
superamento della paura degli altri.
a personalità genitoriale non-struttura
Nelle società rurali e tribali il modello genitoriale è fornito dall’individuo
anziano, stimato e legittimato dall’intera comunità per la sua sapienza e
saggezza. Nelle società produttivistico-consumistiche moderne viene svilito o
eliminato l’ ‘‘anzianoˮ come condizione degna di stima e attenzione.
Di conseguenza le nuove generazioni sono private di un modello genitoriale
realmente presente nell’ambiente immediato.
Ma poiché il «bisogno» di un modello non viene meno, le nuove generazioni lo
cercano spesso nella realtà virtuale.
«Non si può fare il genitore
se non si è maturata una personalità genitoriale.»
«Il compito del genitore è quello di portare i figli ad essere
autonomi e capaci di affrontare le difficoltà della vita.»
La nevrosi del genitore
Nella modernità è difficile maturare una
personalità genitoriale sana ed equilibrata,
nonché diventare un «genitore».
Molto spesso si cade nella disarmonia o nella
di p ato lo g ia.
la
Nevrosi:
incapacità
attivare
personalità
naturale
adatta
alla
s ituaz io ne
am b ie ntale .
•
•
Rischi ricorrenti:
mancanza di umiltà e
umanità;
Sentirsi onnipotenti;
Essere fragili e non
legittimati.
Il genitore nevrotico è un genitore che:
•
non sa giocare, non sa chiedere scusa,
non sa chiedere aiuto,
non sa essere adulto.
È interessato ad esaltarsi usando il bambino
È tendenzialmente paternalista
È sistematicamente punitivo
È Solitamente autoritario
Insomma… un genitore che non ama davvero
FUNZIONE
GENITORIALE
E
FUNZIONE
EDUCATIVA
Il cuore dell’attività del docente sta nella dimensione educativa, essa si fonda sul “prendersi cura”
della persona nella sua globalità, nel farsi carico dei suoi “bisogni” (talora mutevoli e
contingenti) .
Nella teoria dello psicologo Erikson, il termine genitorialità non coinvolge l'essere genitori reali
ma rappresenta uno spazio psico-dinamico autonomo che fa parte dello sviluppo di ogni
persona.
Genitori e Insegnanti trovano, quindi, il loro punto d'intersezione nell'elemento educativo della
funzione genitoriale acquisita.
LA RELAZIONE DI AIUTO
•
Carl Rogers intese, con il termine relazione di aiuto:
“ …Delle relazioni in cui almeno uno dei due protagonisti cerca di
favorire nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità, un miglior
funzionamento ed una maggior capacità di affrontare la vita.”
RELAZIONE DI AIUTO
nella FUNZIONE EDUCATIVA
LA RELAZIONE
è intesa come la parte profonda non sempre
osservabile che va oltre l’interazione soggettiva, anzi è sfondo e matrice
dell’ interazione stessa. Ad essa l’individuo partecipa con le sue
emozioni, aspettative, motivazioni e quindi con la sua soggettività.
IL DOCENTE «MODERNO»
Ciò ha comportato la crescente richiesta di nuove competenze per i
docenti nonostante tradizionali competenze di tipo culturale e didattico,
che restano, comunque, al centro della professionalità.
Si sono aggiunte:
•
•
competenze relazionali, sempre più necessarie a fronte delle nuove
esigenze sia delle giovani generazioni sia della comunità scolastica e
del contesto in cui si opera.
competenze comunicative, sul piano verbale, non verbale, iconico e
multimediale in un panorama completamente mutato in ordine alla
«comunicazione globale».
RELAZIONE E SENTIMENTO
Le competenze relazionali implicano, oltre alla conoscenza di sé, anche
una serie di predisposizioni senza le quali non si ha relazione.
Le principali sono:
-
la
capacità
-
di
ascolto
la
una
grande
curiosità
passione
-
per
l’essere
umano
empatia
- la disponibilità
“Noi abbiamo definito i sentimenti come ponti relazionali per la loro capacità di legare
più o meno saldamente gli individui fra loro…”
(Baldascini, 2002)
IL PONTE RELAZIONALE
Solo ascoltando le proprie emozioni in maniera consapevole, è possibile
al docente usare queste ultime come “ponte d’ingresso” nella relazione
d’aiuto.
Il sentimento è allora inteso come Ponte Relazionale che consente di
DOCENTE E DISCENTE: IL GIOCO DELLE PARTI
:
La relazione con gli allievi presuppone
sempre una giusta
“distanza”, un “Io Centrato” che permette di entrare
nell’emozione della situazione e di uscirne al momento giusto.
Chi mantiene una distanza minima (troppo dentro) o al
contrario chi mantiene troppa distanza (troppo fuori) rischia di
essere preda di relazioni e lo stress cronico può logorare
emotivamente il DOCENTE!
VI ASPETTIAMO IL PROSSIMO
30 MAGGIO!
SEMINARIO TEORICO-ESPERENZIALE
:
Situazioni a ‘rischio’:
disagio,
bullismo, prevenzione
«I bambini non nascono bulli, ma viene
insegnato loro ad esserlo.»
per l’attenzione
:
Associazione Psi.So.S
Psicologi Sociali Sistemici
Dott. Alessandro De Gennaro
Dott.ssa Lina Vitagliano
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