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Dott.ssaSociologa Lina Vitagliano Psicoterapeuta sistemico-relazionale Dott. Alessandro De Gennaro Psicologo clinico Psicoterapeuta oi abbiamo non una ma molte persona o n i b m a B o t l u d A o t i en G re Le personalità di bambino, adulto e genitore hanno esigenze ed espressioni peculiari e diverse come emerge dal modello descritto. Le molte personalità: l’evoluzione psicologica naturale • Premessa fondamentale: I tre modelli comportamentali naturali- bambino, adulto, genitoresono registrati nella nostra memoria sin dall’infanzia, in quanto in quel periodo vengono memorizzati i diversi comportamenti osserviamo in quanti ci circondano. In alcuni casi il processo di sviluppo di una o più personalità non segue l’età anagrafica dell’individuo, pertanto si incorre nel rischio che una personalità si sia sviluppata parzialmente o per niente in discrepanza con l’età cronologica del soggetto. La personalità del bambino Aspetti negativi di questa personalità Il bambino… • • È incapace di dominare l’ambiente È incapace di sopportare le frustrazioni • Non ha sicurezza in se stesso • Dipende sempre da qualcun altro • Pretende una dedizione esclusiva • Vive di paure • Non accetta la realtà Aspetti positivi di questa personalità Il bambino… • • • • È capace di sottomettersi È capace di chiedere scusa È capace di chiedere perdono È capace di chiedere aiuto • Sa giocare La personalità dell’adulto Aspetti negativi Aspetti positivi di questa personalità di questa personalità • L’adulto… • Domina il suo ambiente • È libero • Ha sicurezza in se stesso • Sopporta il disagio • Non dipende da nessuno • Non ha paure immaginarie • Accetta la realtà così com’è Non è interessato al possesso ma all’uso • È capace di amicizia • L’adulto… Non è capace di sottomissione • Non sa giocare • Non si dedica agli altri • Pensa solo a se stesso LA GENITORIALITA’ è: uno «stadio evolutivo naturale» non per forza correlato alla nascita dei figli la genitorialità, questa "funzione autonoma e processuale dell'essere umano" rappresenta il momento evolutivo più maturo della dinamica affettiva in cui convergono tutte le esperienze della storia del singolo e trascende l’essere effettivamente genitori. Ovviamente, l'evento reale della nascita di un figlio, attiva in un modo particolare e molto intenso questo spazio mentale e relazionale, rimettendo in circolo una serie di pensieri e fantasie legati in particolare al proprio essere stati figli, alle modalità relazionali ritenute più idonee, ai modelli comportamentali da avere. Erikson afferma che la genitorialità rappresenta: "La forza acquisita a ciascun stadio e si rivela nell'esigenza di trascenderlo e di rischiare nel successivo quelli che nel precedente costituivano gli elementi più vulnerabili e preziosi" La personalità del Genitore Aspetti negativi di questa personalità Aspetti positivi di questa personalità Il genitore non ha aspetti negativi, ‘la personalità genitoriale se non quello, negativo dal solo punto di vista del costituisce l’apice bambino, di non dedicarsi a lui soltanto ma a tutti. dell’evoluzione psicologica naturale’ Il vero genitore è colui che è esercita ‘il genitore non ha più paura degli altri perché è capace di dedicarsi agli altri’ ‘il genitore è l’unico capace di amore: Per cui sa stimare, sa accettare, sa essere compassionevole ‘l’amore è per il genitore fonte di piacere’ la funzione genitoriale. LA PERSONALITA’ GENITORIALE La personalità genitoriale strutturata La nevrosi genitoriale La personalità genitorial non-strutturata La personalità genitoriale strutturata La condizione preliminare dello sviluppo della personalità genitoriale è: l’amore per gli altri Il processo di strutturazione comprende varie fasi: Ø l’assunzione di un modello; Ø la memorizzazione di una sua immagine; Ø la sua imitazione; Ø la sua radicalizzazione; Ø la sua identificazione. Il risultato e la prova della strutturazione della personalità genitoriale è il superamento della paura degli altri. a personalità genitoriale non-struttura Nelle società rurali e tribali il modello genitoriale è fornito dall’individuo anziano, stimato e legittimato dall’intera comunità per la sua sapienza e saggezza. Nelle società produttivistico-consumistiche moderne viene svilito o eliminato l’ ‘‘anzianoˮ come condizione degna di stima e attenzione. Di conseguenza le nuove generazioni sono private di un modello genitoriale realmente presente nell’ambiente immediato. Ma poiché il «bisogno» di un modello non viene meno, le nuove generazioni lo cercano spesso nella realtà virtuale. «Non si può fare il genitore se non si è maturata una personalità genitoriale.» «Il compito del genitore è quello di portare i figli ad essere autonomi e capaci di affrontare le difficoltà della vita.» La nevrosi del genitore Nella modernità è difficile maturare una personalità genitoriale sana ed equilibrata, nonché diventare un «genitore». Molto spesso si cade nella disarmonia o nella di p ato lo g ia. la Nevrosi: incapacità attivare personalità naturale adatta alla s ituaz io ne am b ie ntale . • • Rischi ricorrenti: mancanza di umiltà e umanità; Sentirsi onnipotenti; Essere fragili e non legittimati. Il genitore nevrotico è un genitore che: • non sa giocare, non sa chiedere scusa, non sa chiedere aiuto, non sa essere adulto. È interessato ad esaltarsi usando il bambino È tendenzialmente paternalista È sistematicamente punitivo È Solitamente autoritario Insomma… un genitore che non ama davvero FUNZIONE GENITORIALE E FUNZIONE EDUCATIVA Il cuore dell’attività del docente sta nella dimensione educativa, essa si fonda sul “prendersi cura” della persona nella sua globalità, nel farsi carico dei suoi “bisogni” (talora mutevoli e contingenti) . Nella teoria dello psicologo Erikson, il termine genitorialità non coinvolge l'essere genitori reali ma rappresenta uno spazio psico-dinamico autonomo che fa parte dello sviluppo di ogni persona. Genitori e Insegnanti trovano, quindi, il loro punto d'intersezione nell'elemento educativo della funzione genitoriale acquisita. LA RELAZIONE DI AIUTO • Carl Rogers intese, con il termine relazione di aiuto: “ …Delle relazioni in cui almeno uno dei due protagonisti cerca di favorire nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità, un miglior funzionamento ed una maggior capacità di affrontare la vita.” RELAZIONE DI AIUTO nella FUNZIONE EDUCATIVA LA RELAZIONE è intesa come la parte profonda non sempre osservabile che va oltre l’interazione soggettiva, anzi è sfondo e matrice dell’ interazione stessa. Ad essa l’individuo partecipa con le sue emozioni, aspettative, motivazioni e quindi con la sua soggettività. IL DOCENTE «MODERNO» Ciò ha comportato la crescente richiesta di nuove competenze per i docenti nonostante tradizionali competenze di tipo culturale e didattico, che restano, comunque, al centro della professionalità. Si sono aggiunte: • • competenze relazionali, sempre più necessarie a fronte delle nuove esigenze sia delle giovani generazioni sia della comunità scolastica e del contesto in cui si opera. competenze comunicative, sul piano verbale, non verbale, iconico e multimediale in un panorama completamente mutato in ordine alla «comunicazione globale». RELAZIONE E SENTIMENTO Le competenze relazionali implicano, oltre alla conoscenza di sé, anche una serie di predisposizioni senza le quali non si ha relazione. Le principali sono: - la capacità - di ascolto la una grande curiosità passione - per l’essere umano empatia - la disponibilità “Noi abbiamo definito i sentimenti come ponti relazionali per la loro capacità di legare più o meno saldamente gli individui fra loro…” (Baldascini, 2002) IL PONTE RELAZIONALE Solo ascoltando le proprie emozioni in maniera consapevole, è possibile al docente usare queste ultime come “ponte d’ingresso” nella relazione d’aiuto. Il sentimento è allora inteso come Ponte Relazionale che consente di DOCENTE E DISCENTE: IL GIOCO DELLE PARTI : La relazione con gli allievi presuppone sempre una giusta “distanza”, un “Io Centrato” che permette di entrare nell’emozione della situazione e di uscirne al momento giusto. Chi mantiene una distanza minima (troppo dentro) o al contrario chi mantiene troppa distanza (troppo fuori) rischia di essere preda di relazioni e lo stress cronico può logorare emotivamente il DOCENTE! VI ASPETTIAMO IL PROSSIMO 30 MAGGIO! SEMINARIO TEORICO-ESPERENZIALE : Situazioni a ‘rischio’: disagio, bullismo, prevenzione «I bambini non nascono bulli, ma viene insegnato loro ad esserlo.» per l’attenzione : Associazione Psi.So.S Psicologi Sociali Sistemici Dott. Alessandro De Gennaro Dott.ssa Lina Vitagliano